Il “metodo Europa”

Il “metodo Europa” si distingue dai metodi perlopiù utilizzati nelle altre istituzioni scolastiche per il diverso approccio nell’azione educativa.

Tradizionalmente si è inteso il rapporto docente studente in senso unidirezionale: il docente (colui che è in possesso di un determinato sapere) ha il compito esclusivo di “trasferire” i contenuti al discente. Secondo questa prospettiva lo studente assume un ruolo “passivo” che inevitabilmente lo incanala verso un tunnel di demotivazione che ha come conseguenza il disinteresse verso la scuola: è il cosiddetto modello “pedagogico”.

Le ragioni che conducono alla demotivazione sono subito chiare: il ragazzo è concepito come un attore che non è in grado svolgere un ruolo attivo. Egli è solo un “bambino” (pedagogico deriva da paidos = bambino) che non sa camminare da solo e che deve essere costantemente tenuto per mano.

Il nostro istituto si propone di superare quest’impostazione. L’adozione del metodo “andragogico” (andrós = uomo) testimonia una diversa concezione del rapporto docente-studente, perché quest’ultimo è da noi concepito come un “uomo”, cioè come un individuo maturo in grado di ricoprire un ruolo attivo nel processo educativo.

La lezione viene svolta seguendo la traccia di una dispensa preparata dal docente: dopo averla analizzata, sono i ragazzi stessi che vengono coinvolti in una “discussione”,  che li stimola a non distrarsi, garantendo una facile memorizzazione dell’argomento.

È chiaro che quest’ottica favorisce una diversa predisposizione all’apprendimento, perché orienta il ragazzo al successo formativo.

PUZZLE